giovedì 20 ottobre 2011

Rubrica "Riripensandoci" di Davide Dalfiume sul Resto del Carlino di Imola
Pubblicato venerdì 20.4.2011

Da bello di mamma a bello di chirurgo

Di questi tempi molte persone sono abituate a pensare al proprio corpo come a un oggetto che si può modificare senza esitazione, secondo i dettami di bellezza che ci dà la moda corrente. Ormai non ci sono più freni. Una volta ci si truccava, adesso si va di chirurgia estetica. Dopo magari, bisogna rivolgersi alla chirurgia medica per i postumi e le complicazioni della chirurgia estetica. Però si rischia volentieri, è troppo importante essere uguali a quello che nell’immaginario collettivo viene definito bello. Uguali ai sex symbol che i media ci appioppano. Poco
importa che le soubrette delle varie campagne pubblicitarie oltre che chirurgicamente modificate, siano anche ricostruite con il computer in più parti del corpo. Gli uomini che sbavano sui loro calendari non le incontreranno mai.
E cosa importa se le donne e gli uomini a cui tutti vogliono assomigliare sono virtuali, ormai la finzione è regola.
Infine vediamo anche il lato positivo degli interventi estetici, il silicone e la plastica sono materiali riciclabili,per cui al momento dell’estremo saluto, si potrà fare di questi la Funzione differenziata. Ci vorrà più tempo … ma almeno qualcosa riutilizzeremo. Una volta la mamma diceva: «Io ti ho fatto, io ti disfo ». «Non importa, tanto vado in una clinica di chirurgia estetica e mi rifaccio, meglio di prima ».

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